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Riz Ortolani

Se n'è andato uno dei miei compositori preferiti, un autentico Genio della musica, uno dei talenti più incredibili che il mondo delle colonne sonore abbia mai avuto l'onore di accogliere da quanto esiste il cinema, e non esagero.

Chi mi conosce sa bene che non ho mai fatto mistero del fatto che per certi versi preferisco nettamente Ortolani a Morricone. Ovviamente non ne ho mai fatto una questione di "classifiche" perché sarebbe ridicolo, ma Ortolani (così come in un certo modo anche De Masi) ha sempre avuto un impatto devastante su di me con le sue musiche. È stato davvero un grandissimo genio, ha lasciato un'eredità musicale straordinaria, di livello assoluto.

Io lo incontrai una volta sola, nel dicembre del 2005, e fu un incontro durante il quale andò tutto per il verso sbagliato. Rimasi profondamente deluso anche perché ero colmo di aspettative.

La colpa, se di "colpa" si può parlare, non era comunque di nessuno ma se proprio c'è da biasimare qualcuno devo dire che il comportamento quantomeno discutibile di una delle persone che erano con me per fare l'intervista non aiutò sicuramente a creare una buona atmosfera dato che quel giorno il Maestro non era particolarmente di buon umore.

Attendevo quell'incontro con sincera impazienza, sapevo che avrei incontrato uno dei miei grandi miti, qualcuno per il quale avevo un'ammirazione speciale e avrei voluto che quella giornata fosse indimenticabile.

E invece fu proprio una giornata sbagliata, di quelle che ogni tanto capitano a tutti e che, per mia sfortuna, capitò proprio in un giorno durante il quale, invece, avrei voluto che tutto andasse nel miglior modo possibile.

Ho fatto centinaia di interviste ma pochissime altre volte sono stato così emozionato prima di incontrare qualcuno. Riz Ortolani era davvero un mio mito, per usare una parola che non uso mai e che invece qui ho già usato due volte, perché mi viene difficile trovare un'altra definizione per lui

Non che sia accaduto nulla di particolare, intendiamoci, è solo che il Maestro fu un po' ostile e si venne subito a creare una situazione tra il teso e l'imbarazzato che durò per tutto il tempo e rese tutto un po' sgradevole.

Dopo quell'esperienza decisi però che non l'avrei più incontrato. Probabilmente non avrei potuto sopportare un'altra giornata sbagliata, sapevo bene che il nostro primo ed unico incontro era andato male solo per una serie di spiacevoli coincidenze ma avevo lo sciocco terrore che in qualche modo si potessero verificare di nuovo.

Se si fosse trattato di un'altra persona da intervistare mi sarei detto che in fondo era solo lavoro e non avrei avuto problemi a rischiare di passare un'altra mattinata difficile, ma con Ortolani non era solo lavoro. Ero coinvolto anche personalmente visto il mio amore viscerale per la sua musica, e quando uno si lascia coinvolgere così personalmente rischia di farsi davvero male.

Adesso però so di aver fatto male a non volerlo più incontrare (e ne avrei avuto l'occasione parecchie volte) perché sono certo che incontrandolo in un momento diverso avrei conosciuto il vero Riz, ben diverso da quello col quale ebbi a che fare 8 anni fa. Non lo saprò mai con certezza ma, per quello che vale, sono sicuro che un nuovo incontro avrebbe sistemato tutto e che la delusione dell'altra volta sarebbe stata spazzata via. È un grande rammarico che mi porterò dietro.

La notizia della sua scomparsa mi ha colto impreparato. Nonostante ascolti la sua musica quasi ogni giorno (e non esagero) non mi capitava mai di pensare che avesse già una certa età e che un giorno potesse venire a mancare. Mi è dispiaciuto davvero tanto.

Mi dispiace molto per la moglie Katyna Ranieri, che lo adorava - ricambiata - e che con lui aveva un rapporto quasi simbiotico, complementare. Ecco una delle cose che ricordo con piacere della mattinata passata a casa loro: l'amore e l'ammirazione della moglie verso Riz, così totale e sincero da non poter passare inosservato.

Un'intesa assoluta, quando lo ascoltava e parlava con lui si vedeva che lo guardava con gli occhi di chi guarda il compagno di una vita ma anche con quelli di chi è consapevole di trovarsi davanti a un Genio assoluto.

C'è anche un'altra cosa di quella mattina che ricorderò sempre. Con noi c'era anche Gualtiero Jacopetti che si rese conto della mia grande delusione e, prima che andassimo via, mi prese un attimo in disparte e mi disse: "Non è andata come voleva, vero? Mi dispiace...". Il dispiacere di Gualtiero era sincero perché sapeva quanto ci tenessi ad incontrare Ortolani e quanto avrei voluto, quasi come se fosse un mio capriccio, che tutto fosse perfetto. Mi disse poi che una giornata storta poteva capitare a chiunque e in qualche modo questo mi consolò perché poi non aveva detto altro che la semplice verità.

Anni dopo io e Gualtiero ci ritrovammo a parlare di quella mattina ed io gli ricordai di quando Ortolani si mise al piano e lui era al suo fianco, esattamente come nella foto qui sopra. Ortolani suonò un accenno di "More" e Jacopetti gli fece una carezza sulla testa, guardandolo con l'affetto che solo una persona con la quale ha condiviso oltre 50 anni di vita e amicizia può fare. E Ortolani lo guardò sorridendo.

Dissi a Gualtiero che quell'immagine la ricordavo bene e che la ricordavo con piacere. Gualtiero non disse nulla, rimase qualche istante in silenzio e poi, con un mezzo sorriso, disse: "Anch'io". Non disse altro ma in quella sua risposta era racchiuso tutto un mondo, il mondo dove voglio conservare, con tutto l'affetto, l'ammirazione e la gratitudine possibile, il mio ricordo del grande Maestro Riz Ortolani.

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